DON MICHELE STEVANATO : UN NOSTRO PARROCCHIANO DA 40 ANNI IN AFRICA

Ordinato sacerdote il 25 aprile 1984, a giugno dello stesso anno, don Michele Stevanato, della parrocchia del Duomo, era già a Bouakè, in Costa d’ Avorio, nella seconda missione che la diocesi di Gorizia aveva fondato a Nimbo. A giugno saranno 40 anni di ininterrotto servizio missionario per il nostro comparrocchiano.

Cresciuto nell’ ambito della parrocchia del Duomo di Gorizia, come tanti ragazzi, aveva frequentato l’ Oratorio Pastor Angelicus, dove in quei tempi operava un grande educatore il Cav. Rosario Vizzari. Le vicende della vita lo avevano portato anche a fare il servizio militare da alpino, ma nel suo cuore coltivava sempre quella grande aspirazione di essere missionario in Africa.

La maggior parte degli anni li ha vissuti nella missione di Nimbo, di cui fu anche parroco per tanti anni. Quando, dopo 30 anni di presenza della diocesi di Gorizia a Nimbo, la parrocchia fu affidata al clero locale, don Michele si trasferì a Djebonoua, con l’aiuto di un giovane sacerdote romeno della diocesi di Iasi, don Gabriel Cimpoesu. Dopo Djebonoua il nuovo vescovo di Bouakè, Mons. Paul Simeon Ahouanan Djro, gli affidò una nuova missione a Belleville alla periferia est di Bouakè.

Nel periodo che restò a Belleville fece costruire in una zona, senza luce e senza acqua, una grande scuola primaria, disegnata dall’architetto Leonardo Miani di Udine, grande amico e benefattore delle missioni di Gorizia in Africa. La scuola fu realizzata negli anni in cui in Costa d’ Avorio c’era la guerra civile, e Bouakè si trovava in territorio controllato dai ribelli. A questa scuola volle aggiungere un edificio per una scuola superiore, un Liceo, frequentato da oltre 300 giovani, siano essi cristiani, mussulmani o animisti. Tutte e due le scuole sono state finanziate dalla Onlus goriziana “Cav. Rosario Vizzari” a ricordo del grande educatore del Pastor Angelicus.

Dalla missione di Belleville il vescovo di Bouakè gli assegna la fondazione di una nuova missione a Kogondekro, una cittadina a sud di Bouakè, dove esisteva soltanto una bella e grande chiesa, costruita dai volontari che annualmente il nostro Centro Missionario Diocesano inviava e benedetta dall’ arcivescovo Mons. Dino De Antoni, nella sua prima visita alle nostre missioni diocesane in Africa, nel febbraio 2000.

Alla missione di Kogondekro sono stati assegnati 29 villaggi, alcuni nella savana ed altri nella foresta. Tra i 29 villaggi c’è anche il villaggio lebbrosario di Manikro, ricostruito dalla diocesi di Gorizia e benedetto dall’ arcivescovo Pietro Cocolin, nella giornata Mondiale dei lebbrosi, il 25 gennaio 1970.

In questa nuova e povera missione c’è tanto da fare. In primo luogo don Michele ha dovuto provvedere ad una abitazione per sé e il suo vicario : una casa canonica che sarà completata nei prossimi mesi. Accanto alla canonica sono sorti ambienti per la catechesi e le riunioni. La popolazione dei villaggi è fatta di poveri agricoltori, qualche commerciante. Tanti bambini non vanno a scuola perché i genitori non hanno i soldi per le tasse scolastiche, divise, libri, quaderni, il kit scolastico. Don Michele, con l’aiuto di benefattori ha garantito negli ultimi 3 anni, il necessario perché oltre un centinaio di bambini e ragazzi potessero frequentare la scuola.

Ma il compito principale del nostro parrocchiano, don Michele, è di portare il Vangelo nei 29 villaggi. E’ aiutato in questo da alcuni catechisti che si danno, con passione, ad evangelizzare il proprio villaggio. Felice conseguenza è che molti capi villaggio, ancora animisti, offrono il terreno perché nel loro villaggio sia costruita una piccola chiesa o cappella. E così, sempre con l’aiuto di benefattori, è riuscito a costruire 3 cappelle in altrettanti villaggi e una quarta è in prospettiva.

Al termine di questo articolo sul nostro parrocchiano don Michele, alcune considerazioni.

La prima di gioia e partecipazione al suo impegno missionario. L’ammirazione che abbiamo per lui si accompagna alla domanda di quanto è forte la nostra fede. Noi non siamo missionari in un Paese lontano come don Michele, ma siamo chiamati ad essere missionari, cioè annunciatori del Vangelo, nella nostra Unità Pastorale. E poi di fronte a situazioni mondiali che possono portarci allo scoraggiamento, la comprensione che nel mondo ci sono migliaia e migliaia di uomini e donne che, nel silenzio, ma con tanta determinazione, annunciando il Regno di Dio, fanno progredire l’umanità.

Don Giuseppe Baldas – S. Ignazio

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *