LA STORIA
La Comunità parrocchiale di San Rocco agli inizi degli anni ’80 ha pensato di realizzare in montagna un proprio soggiorno dentro il quale poter svolgere l’attività formativa rivolta ai giovani ragazzi frequentanti la catechesi e l’attività ricreativa per le persone.
Da questa idea ispiratrice è nata la casa per ferie “Mons. Pietro Cocolin” sorta nel comune di Malborghetto, vanto ed orgoglio dei sanroccari e luogo di riferimento per i campi estivi ed invernali sia per le famiglie che per i giovani.

UN OCCHIO AL PASSATO
Prima di arrivare a conoscere il comune di Malborghetto la comunità cristiana di San Rocco aveva già conosciuto vari luoghi, dalle Alpi Carniche, alle Giulie, alle Dolomiti, nei quali erano stati fatti i campeggi con i ragazzi ed affittato delle case colonie locali dove poter trascorrere alcuni giorni di soggiorno estivo con gli adulti. Ma già in questo periodo di frequentazione di questi luoghi era nata l’idea di cercare uno “spazio” (molto più che una casa) su cui investire. La questione “spazio” era una necessità prioritaria poiché aver trovato una casa senza un terreno attorno, pensando in particolare ai ragazzi, sarebbe stato un disastro!

Il soggiorno biennale a Lorenzago di Cadore aveva confermato il proposito di trovare un “soggiorno” e non un macro appartamento dormitorio.
Nel 1981 si presentò la possibilità di acquistare un vecchio fabbricato agricolo a due piani con la stalla attigua e con il relativo terreno circostante nel comune di Malborghetto ad un prezzo di 60 milioni di lire. Una cifra piuttosto imponente per quegli anni ma subito ci si attivò in parrocchia per far di Malborghetto un obiettivo condiviso da tutti i parrocchiani.
Si parlò lungamente della grande utilità che avrebbe avuto il soggiorno per alimentare la vita comunitaria, per favorire la socializzazione, per incrementare il lavoro di formazione di personalità forti e temprate all’impegno cristiano ed umano. Crescevano l’entusiasmo ed il coinvolgimento, si offrivano disponibilità di volontari e di prestiti. La parrocchia visse anni fecondi in cui molte persone si avvicinarono alla parrocchia, gente lontana o almeno assente da tanto tempo.

L’acquisto fu ratificato nel novembre del 1981 ed incominciarono da subito i lavori per la demolizione delle parti instabili della vecchia struttura già logorata dal terremoto del 1976. Il progetto fu realizzato dal geometra Marco Kravina e fu ben accettato anche dalla Regione che contribuì a realizzarlo anche tramite alcuni finanziamenti. La casa crebbe presto e molto bene, suscitando l’ammirazione ed un consenso unanime.

Nell’estate del 1985 iniziarono i soggiorni ed i campi – scuola, da allora, non ci fu più interruzione o stanchezza. Sui 6.000 metri quadri di superficie crebbe alta la casa, subito dopo il campo di calcio, quello di pallavolo e quello di bocce.
Dall’estate del 1985 molti sono stati i bambini, i giovani adolescenti, gli adulti, gli anziani che hanno frequentato la casa. Molti, soprattutto fra i giovani, dopo alcuni anni hanno smesso di frequentare l’ambiente parrocchiale ma nessuno di questi ha mai smesso di ricordare i tempi felici e gioiosi trascorsi in compagnia dei propri amici in quella che è diventata comunemente chiamata “Malbo”.

LA CASA OGGI
Oggi la struttura è un solido punto di riferimento per i ragazzi che frequentano la catechesi e che la utilizzano durante il periodo estivo ed invernale per svolgere i propri campi–scuola. Ma lo è anche per le famiglie e gli anziani che tra i mesi di luglio ed agosto lì trascorrono le proprie ferie estive tra una scarpinata lungo i sentieri alla scoperta dei magnifici monti lì vicini oppure con una ben più rilassante passeggiatina con meta le acque solforose.

La casa è gestita direttamente dalla parrocchia tramite un gruppo di volontari che gratuitamente si mettono a disposizione con le proprie capacità per garantire la piena efficienza della casa ed il suo decoro.


