Il testo è tratto da “Gorizia e dintorni” (ISBN 88-86928-43-2) edito da Libreria Editrice Goriziana www.leg.it leg@leg.it
Varcato il portale che immette nella via Favetti, la si percorrerà per un breve tratto e, imboccando sulla sinistra la via Vaccano, si raggiungerà la via del Santo. Sulla via si affaccia la chiesa di Sant’Antonio Piccolo, costruita nel 1723 su iniziativa del nobile Andrea d’Orzon e ampliata nel 1761 grazie all’intervento del conte Antonio de Puebla che, nominato capitano della città nel 1758, ne resse il governo per cinque anni. Dietro alla chiesa era stato aperto nel 1756, per volontà dell’arcivescovo Carlo Michele d’Attems, un ricovero per gli orfani, detto “ospedale di San Raffaele”. Vi era annesso un opificio, che doveva servire alla formazione professionale degli assistiti. Oltre l’ospedale la città finiva: da un lato scendevano i boschi della collina del castello, dall’altro si aprivano i campi. Fra questi, oltre la strada per la chiesa e il convento della Castagnavizza, dove sorgeva dal 1623 una cappella — la via della Cappella si distacca ancor’oggi dalla via Formica — stava il camposanto, che si era voluto trasportare all’estremo della città. La piazzetta è stata intitolata recentemente a don Gimona, che ha retto a lungo la cappella arcidiaconale di Sant’Antonio.