Notizie storiche e urbanistiche
La Chiesa dedicata a Sant’Anna è la più recente delle quattro chiese della Unità Pastorale “Portaperta” di Gorizia e la prima in città ad essere stata progettata ed edificata negli anni Sessanta, dopo la riforma liturgica del Concilio Vaticano II.
La sua costruzione risale al 1968-1971, quando l’architetto Guglielmo Riavis ideò per il villaggio, di stampo razionalista di Sant’Anna, la “Casa di Dio e di tutti”: chiesa con pianta ottagonale, con ai lati gli edifici dell’oratorio (a sinistra) e della canonica (a destra) e campanile a parte.
Il sagrato antistante la porta di ingresso funge da “soglia”, dell’accoglienza e del rinvio, ed è collegato alla chiesa tramite un porticato-filtro, simbolo dell’apertura al dialogo della comunità ecclesiale.
Il campanile, a torre, è isolato dalla chiesa ed ha pianta quadrata. La cella campanaria nei lati in aggetto presenta una bifora a capanna.
La chiesa fu inaugurata il 20 febbraio 1971 dall’Arcivescovo di Gorizia Mons. Pietro Cocolin, alla presenza del parroco Don Alberto De Nadai.
Fu aperta al culto nel 1972, ma completata negli edifici parrocchiali e negli arredi solo diversi anni dopo; fu riconsacrata solennemente dall’Arcivescovo Dino De Antoni l’8 dicembre 2000 e vide terminati gli allestimenti interni nel 2008.
Arte
L’ edificio religioso ha forme semplici ed essenziali ed è realizzato in calcestruzzo armato e pareti in laterizio, intonacate e tinteggiate di colore bianco.
Presenta una pianta centrale, di forma poligonale, anticipata sull’ingresso da un portico curvilineo, esastilo (di sei colonne) a forma di vela, chiuso al centro e aperto ai lati, perché spazio passante.
La facciata, a salienti, ha due serie di quadrifore e, nella parte centrale superiore, una finta vela campanaria.
La struttura complessiva della copertura, a salienti, è una stella con otto punte, disegnata da architravi portanti in spessore.
Una copertura ottagonale, a falde e a spioventi, con piccola lanterna finestrata, è eretta su un basso tamburo, sul quale si aprono una serie di pentafore a capanna (cinque finestre) per ogni lato.
L’interno, in osservanza delle novità introdotte dal Concilio Vaticano II, si articola intorno all’altare, posto al centro e in asse con l’ingresso. Spazi ed arredi liturgici sono essenziali e rigorosamente razionalisti.
Lo spazio liturgico ha un deambulatorio perimetrale e tre cappelle di forma trapezoidale, a sinistra quella dedicata a S.Anna, a destra quella del Fonte Battesimale, al centro, sul retro del presbiterio, quella feriale, separata dalla chiesa, ma collegata ad un portico colonnato esterno, che conduce alla canonica e all’oratorio.
Di fianco all’ingresso sono presenti due ambienti quadrangolari: a destra la sacrestia, a sinistra un disimpegno che conduce ad un magazzino e ai servizi igienici. Al piano superiore, tramite una scala a chiocciola in ferro, si accede ad una sala riunioni.
Il grande pannello a mosaico, dietro l’altare, arreda il fondo del presbiterio a pianta esagonale schiacciata; è stato realizzato dall’artista udinese Arrigo Poz e rappresenta l’immagine del Cristo Risorto.
Tutti gli elementi liturgici sono essenziali nelle forme e delicati nei colori chiari; furono progettati dall’architetto Riavis in pietra e marmi grigi e verdi, con specchiature tono su tono.
L’altare-reliquiario ha una struttura a mensa, e nel suo paliotto frontale si apre una nicchia rettangolare, con teca in vetro per custodire i frammenti ossei dei Santi Canziani (Canzio, Canziano e Canzianilla). A fianco dell’altare c’è l’ambone in marmo verde di Verona.
La cappella di sinistra ospita l’altare (con mensa a sbalzo) di Sant’Anna, cui è dedicata la chiesa, mentre la cappella di destra il fonte battesimale; un rivestimento ligneo ricopre le pareti di fondo di entrambe le cappelle e accoglie in basso delle sedute con schienale dipinto con scene religiose alla maniera ortodossa. Una serie di quadri illustrano rispettivamente la vita della Santa e di Gesù.
Il fonte battesimale, rialzato su una pedana lignea, è un catino a pianta ottagonale con piedistallo in marmo grigio.
Il tabernacolo è custodito nella cappella feriale, dietro il presbiterio.
Nella Cappella del Battistero i dipinti ad olio su tela di un artista di Aidussina educano i fedeli alla riflessione sulla Parola, sull’Eucarestia e sulla Carità con immagini riferite alla Storia di Gesù e alla vita del cristiano.
BIBLIOGRAFIA: Lucia Pillon, Gorizia e dintorni (2012) – AA.VV., articoli sulla rivista “Borc San Roc” (N.19 e 22) – La città allunga le braccia; In progresso sviluppo il rione di Sant’Anna, in “Il Gazzettino”, Gorizia, 20 febbraio 1971 – I.C.”Gorizia 1”- Scuola Media “G.I.Ascoli”, Le case di Dio tra le case degli uomini. Le chiese di Gorizia (2013).
SITOGRAFIA: http://www.chieseitaliane.chiesacattolica.it –
FOTOGRAFIE: Valentina Serantoni – Il Goriziano, 18 luglio 2021 –